Rassegna stampa

Adonis:
«Le religioni monoteiste sono un ostacolo alla convivenza pacifica»

di Sara Colantonio



“Due o tre parti che si negano non possono dialogare fra loro e questo, a mio avviso, lo fanno le religioni monoteistiche presenti nel mediterraneo. La stessa Europa, anche quando cerca di superare la religione, non è mai pienamente laica. Si parla tanto di fondamentalismo islamico, ma nessuno, o quasi, parla degli altri fondamentalismi, quello cristiano e quello ebraico”. Lo ha dichiarato il poeta Adonis al Festival della Letteratura di Viaggio il 24 settembre 2009 a Roma.



“Siamo tutti in viaggio, sin da quando siamo nati, la vita in fondo è un viaggio”. Così inizia l'intervento del poeta di origini siriane Adonis, più volte candidato al Nobel per la letteratura, al Festival della Letteratura di Viaggio tenutosi a Roma tra il 24 e il 27 settembre 2009. Moderatrice dell'occasione Francesca Maria Corrao, professoressa di Lingua e Letteratura Araba all'università degli Studi di Napoli "l'Orientale". Molti i temi trattati nell'incontro tra letteratura, mistica e modernità, ma il poeta ha voluto per prima cosa esprimere la sua idea sul concetto di dialogo nel Mediterraneo, ritenendolo soltanto un inganno, una sorta di velo che nasconde la realtà: “Normalmente se gli interlocutori si negano a vicenda è impossibile instaurare il dibattito stesso e questo mi sembra sia ciò che succede tra le religioni monoteistiche presenti nel mediterraneo. La religione e la sua cultura della negazione è, secondo me, il più grande ostacolo di questo periodo e non è possibile risolvere un problema dell'essere umano attraverso un altro problema”.

Allarga poi il discorso all'Europa e alla sua funzione: “Anche l'Europa ha la sua responsabilità, perché, allorquando abbia superato tutto ciò che può essere religioso, non opera comunque nella direzione della laicità, della giustizia, dei diritti dell'uomo. Nella questione israeliano-palestinese, ad esempio, la coscienza europea non dice mai che lo stato di Israele è uno stato religioso, quindi uno stato fondato sulla religione ebraica. Si parla tanto di fondamentalismo islamico, ma nessuno o quasi, da queste parti, parla degli altri fondamentalismi, quello cristiano e quello ebraico”. La professoressa Corrao passa poi al tema del Festival chiedendo cosa sia “il viaggio” oggi, ora che con internet e la televisione è possibile arrivare dappertutto senza muoversi da casa e senza più la fatica della ricerca. Una modernizzazione che Adonis non gradisce, attribuendole la responsabilità di aver sconvolto tutti i valori e di aver demolito il concetto di “altrove”, creando un mondo chiuso dove tutto si ripete, dove lo stesso cibo, ad esempio, si può trovare a Roma e a Shanghai. Ritiene questa perdita di originalità, di autenticità, non soltanto un problema culturale, ma anche un enorme problema per l'umanità, riflettendosi poi nei giovani che non hanno più consapevolezza e rispetto per il passato e la differenza tra i popoli.

Il poeta rifiuta due tipi attuali di viaggio, il “viaggio emigrazione” e il “viaggio turismo”, etichettando quest'ultimo come “una forma moderna di peste” e una “banalizzazione commerciale della globalizzazione”, il quale non è portatore di cultura ma soltanto di distruzione. Arriva quindi ad indicare due tipi di viaggio giusti e necessari, quello interiore e quello verso l'esterno, cioè verso l'altro, l'unico – quest'ultimo – a darci la possibilità di sviluppare noi stessi e raggiungere la pienezza. “Soltanto attraverso una ricerca profonda del sé” – sostiene la Corrao – “possiamo intraprendere un viaggio di rinnovamento o trovare la verità, come facevano ad esempio i mistici arabi, i quali attraverso la loro forza interiore controllavano i loro corpi e diventavano luce capace di trafiggere l'universo e raggiungere la verità”. O “come i viaggi invisibili di Dante o William Blake”, aggiunge il poeta siriano: “Attraverso altri mezzi anche loro volevano vedere oltre la realtà. Purtroppo i poeti moderni invece si limitano soltanto a riprodurre la realtà”.

Il dibattito si conclude con un dubbio della professoressa Corrao. Se il viaggio verso l'altro, verso la conoscenza dell'altro sia davvero possibile. Neanche Adonis ha la risposta: “Dato che non posso conoscere me stesso, come potrei conoscere l'altro? È una domanda che mi pongo ripetutamente e alla quale non sono in grado di dare una risposta. Penso quindi che l'importante non sia tanto risolvere il dubbio, ma sentirsi ed essere sempre in viaggio. Non è importante la destinazione, è importante il movimento”.


fonte: www.reset.doc – 6 ottobre 2009