Pensando

Lettera aperta alla Comunità Luterana di Verona



Carissimi amici della Comunità Luterana di Verona,


per decisione del vescovo di Verona S.E. Mons. Giuseppe Zenti, dovete lasciare la chiesa di San Pietro Martire che vi è stata concessa per tre anni per le vostre celebrazioni dalla Dicesi di Verona, in accordo con la parrocchia di santo Stefano, sul cui territorio è situata.


Non ci sono stati annunci ufficiali, ma questa è la notizia che circola nella congrega del clero della città. E’ questo anche il tenore dei colloqui intercorsi tra voi e il vescovo e tra il Consiglio Ecumenico delle Chiese di Verona e lo stesso.


Vi è stato promesso l’utilizzo di altro edificio, e questo mi fa molto piacere, tuttavia non posso non esprimere il mio rammarico per una simile decisione.


La vostra comunità s’è ormai affezionata al luogo e l’ha vissuto come un punto di riferimento. Lasciarlo perciò non è una bella esperienza.


Ma l’aspetto più triste della faccenda sono le ragioni per cui dovete andarvene. Si tratta in realtà di accontentare i gruppi tradizionalisti di Verona che hanno manifestato a lungo contro l’utilizzo da parte vostra della chiesa di San Pietro Martire. Affermare che lo si fa per evitare polemiche e scontri equivale a dire che si dà ragione all’aggressore e che la vittima deve ritirarsi.


La qualità delle persone tradizionaliste di Verona la si può desumere dalle parole con cui hanno sempre accompagnato le loro proteste: offese contro le persone che vi hanno concesso l’uso della chiesa ed espressioni esplicite decisamente contrarie al Concilio Vaticano II che ha lanciato ponti di comunione con tutte le Chiese Cristiane.


Dare corda a questa gente significa farli ringalluzzire e ne soffrirà gravemente la comunione all’interno della nostra confessione cattolica. Tutta la vicenda nuoce tuttavia ai rapporti ecumenici, come altre espressioni e comportamenti di questi ultimi tempi da parte di taluni responsabili della chiesa veronese.


Ma in questa lettera, mi limito ad esprimervi tutto il mio affetto, la mia comprensione e la mia grande stima. Certamente le azioni di allontanamento, di rifiuto e di non dialogo, riguardano una esigua minoranza del popolo cristiano cui, sfortunatamente, viene dato ascolto. La stragrande maggioranza del popolo cristiano di Verona non può che nutrire stima verso di voi.


Da voi e da altre persone appartenenti alle confessioni della riforma, ho imparato ad ascoltare, a pregare e ad annunciare la Parola di Dio con profondità, rispetto e serietà, tenendola sempre come fiaccola viva innalzata sopra ogni espressione omiletica e catechetica.


Mi auguro di poter continuare nel dialogo e nella preghiera comune che hanno contraddistinto i nostri incontri fino ad oggi.


Vi saluto con molta stima e affetto.


p. Paolo Bagattini