Rassegna Stampa

tratto da Corriere della Sera, del 16.09.08

La Procura e i 200 mila metri quadrati intorno a Malpensa
di Claudio Del Frate


Tre omicidi e un tesoro di affari sporchi
Parte l'assedio dei clan ai nuovi cantieri. Politici di Forza Italia intercettati con due pregiudicati interessati agli affari dell'Expo

SOMMA LOMBARDO (Varese). Tre calabresi ammazzati e la «mafia dei cantieri» sullo sfondo; un dirigente dell'urbanistica gambizzato sulla porta del suo municipio; un altro arrestato per mazzette. E adesso la storia dei politici di Forza Italia intercettati con due pregiudicati della zona interessati agli affari dell'Expo. «Ma guardate che qui con l'Expo non arriveranno chissà quali cantieri, anzi...» taglia corto Guido Colombo sindaco di Somma Lombardo. Vero, però ci sono 200 mila metri quadrati di edifici frutto della fuga forzata degli abitanti attorno a Malpensa che presto potranno essere riconvertiti.
Questo è lo scenario con cui la procura antimafia di Milano prossima erede del fascicolo sulle amicizie pericolose dei politici locali - farà i conti. Massimiliano Carioni e Paolo Galli, i due esponenti forzisti che avrebbero avuto rapporti in campagna elettorale con Giovanni Cinque e Giuseppe Franconeri, ritenuti legati a famiglie calabresi, si difendono. Comincia Carioni, assessore all'urbanistica di Somma, consigliere provinciale e ritenuto elemento in ascesa nella galassia berlusconiana locale: «Franconeri non so nemmeno chi sia. Ho invece un ricordo sommario di quell'altro, Cinque: mi venne presentato in campagna elettorale come un nostro simpatizzante. Promise di votarmi e farmi votare. Favori in cambio? Mi disse che cercava un impiego; lo segnalai a un amico imprenditore in cerca di un autista, ma non se ne fece nulla. Lo rividi alla festa con cui festeggiammo la mia elezione. Ma eravamo i 300».
E la valanga di voti - 4.000 preferenze - concentratisi sul suo nome? «Mi viene da ridere — ribatte Carioni — perché sono stato l'ultimo degli eletti...». Sulla stessa falsariga è Paolo Galli, presidente dell'Aler di Varese: «Gianni Cinque abita nel mio stesso paese, Castronno, lo incontravo al bar alla mattina. Sono rimasto basito quando ho letto sui giornali che avrebbe legami con la 'ndrangheta. Non mi pare il tipo. E' solo uno dei tanti che avvicinai in campagna elettorale. Che funziona come una catena di Sant'Antonio: io chiedo il voto a dieci persone, queste si impegnano a far votare altre dieci e così via. Favori? Cantieri? Io non ne sono nulla».
E' quanto sostiene anche il sindaco di Somma: «Tutti quelli che stanno costruendo qui a Somma sono persone note. E pulitissime». Però di tensioni legate al mondo del mattone — quello delle villette a schiera, dei piccoli cantieri, mica quello delle torri di Lieberskind — attorno a Malpensa ce ne sono eccome: la procura antimafia ha da tempo aperto un fascicolo su tre omicidi avvenuti tra Ferno e Lonate Pozzolo, tre calabresi di Cirò Marina che lavoravano nei cantieri. Poi all'inizio dell'estate finisce in carcere Luigi Bossi, numero uno all'assessorato all'urbanistica di Gallarate e ora la magistratura sta spulciando le carte dei cantieri previste attorno a Malpensa. A ruota viene ferito a pistolettate sulla scale del municipio il dirigente dell'edilizia del comune di Besnate. Sembra Calabria, è Lombardia: anche qui mattone sangue e denaro si trovano troppo spesso a stretto contatto.