Pensando

Unioni civili/ Brunetta lancia i DiDoRe, senza costi per lo Stato
Pensati con Rotondi, diritti e doveri per conviventi etero o omo

Roma, 17 set. 08 (Apcom) - Per le unioni di fatto al posto dei Pacs, Dico e Cus, arrivano i Di.do.re, ovvero "diritti e doveri di reciprocità dei conviventi". E' il nuovo acronimo lanciato dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta che, in un'intervista al Corriere della Sera, illustra a sorpresa il nuovo piano per le unioni civili, studiato con Gianfranco Rotondi. E il punto forte del progetto è che costi per lo Stato non ci sono. Il punto da cui parte Brunetta è "Lo Stato deve tutelare gli altri legami, non mi interessa se etero o omo".

Invece "con il pretesto dei diritti la sinistra intendeva puntare alla roba. Assalire la diligenza del welfare", sottolinea Brunetta, spiegando: "In particolare, le pensioni di reversibilità, su cui l'Italia ha già le norme più generose al mondo, che però non affondano il sistema perché di solito un coniuge sopravvive all'altro di una manciata di anni. Ma con i Dico il superstite avrebbe percepito la pensione per venti o trent' anni: un disastro. Al contrario, i di.do.re. non prevedono oneri per lo Stato. Non un solo euro a carico del contribuente. Non welfare: diritti individuali. La sinistra, nascondendosi dietro le coppie omosessuali, aveva progettato un colpo grosso, un imbroglio. Paradossalmente, meglio Zapatero, per cui le due tipologie di convivenza si equivalgono".

Nei DiDoRe non c'e' "nessuna imitazione riduttiva del matrimonio", perché - chiarisce Brunetta - "la famiglia é un bene pubblico, e come tale destinatrice di welfare", ma ci sono legami diversi "meritevoli" della tutela dello Stato: "legami di affettivita, di reciprocità solidaristica, di mutua assistenza; a prescindere dal sesso e da buon laico non voglio uno Stato che si infili n camera da letto" e "meritano la tutela dello Stato". Ecco perché i DiDoRe ci devono essere, in più sono a costo zero. E il progetto è un testo unico - spiega il ministro - che migliori la vita dei cittadini senza spese per lo Stato, che preveda il diritto in caso di malattia di curare il convivente e accudirlo, di designarlo come rappresentante per le decisioni in materia di salute, donazione degli organi, trattamento del corpo e celebrazioni funerarie; ma anche doveri, ad esempio gli alimenti, proporzionali al periodo di convivenza.

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Riflessione di P. Silvano:

Questa notizia la scarico da Google. La questione fondamentale che distingue la sua ipotesi dai Dico sembra consistere nell’assenza di oneri per lo Stato. Tutta la questione etica che a suo tempo ha fatto gran rumore, non è assolutamente rilevante, anzi, l’On. Brunetta dice: "Nessuna imitazione riduttiva del matrimonio", perché - chiarisce Brunetta - "la famiglia é un bene pubblico, e come tale destinatrice di welfare", ma ci sono legami diversi "meritevoli" della tutela dello Stato: "legami di affettività, di reciprocità solidaristica, di mutua assistenza; a prescindere dal sesso e da buon laico non voglio uno Stato che si infili n camera da letto" e "meritano la tutela dello Stato". In buona sostanza, non sosteneva la stessa cosa la proposta Dico? Visto che dalle gerarchie cattoliche, dai movimenti ecclesiali, dalla Presidenza Cei, dai politici sostenitori dei “valori cristiani non negoziabili”, dal papa, dagli organizzatori del “family day”, questa volta, non si avverte alito vivente, è difficile sfuggire a qualche considerazione di buon senso:

* Tutto il tema etico legato alla famiglia come cellula della vita sociale secondo il diritto naturale ecc. ecc. risulta una bufala
* La grancassa del “Family day” non aveva altro scopo che dare una spallata al governo Prodi. E c’è riuscita!

È singolare che, a suo tempo, i vertici CEI e gli organizzatori del Family day non abbiano levato la voce per impedire la strumentalizzazione dei politici (di entrambi gli schieramenti), soprattutto di coloro che sono esperti di famiglia dal momento che ne hanno almeno due! Ciò avrebbe giocato a favore della causa del Family day. Se alcuni giorni prima, magari anche la sera prima, qualcuno di questi signori avessero esplicitamente chiesto ai politici, ripeto di tutti gli schieramenti, di non partecipare, avrebbero così messo al riparo dai ogni sospetto di strumentalizzazione, ma non l’hanno fatto!

Così Berlusconi ha potuto tranquillamente affermare una delle sue tante grossolanità, ovvero che i cattolici devono essere di destra!

Che la cosa fosse particolarmente utile al Cavaliere proprio quando, guarda caso, si stava discutendo sul conflitto di interesse era estremamente elementare. Mai come in quel momento i suoi interessi hanno avuto bisogno che il governo Prodi si trovasse in difficoltà.

Non meno ambigui e strumentali sono stati i Mastella, i Rutelli, i Casini. Quale piazza volevano guadagnare loro che finalmente erano apparsi per quello che sono per davvero, ossia delle nullità? Chi avrebbe fatto loro credito? Chi li avrebbe votati come leader di governo?

E non passò molto tempo che il governo Prodi crollò.

Siamo sicuri che ai vertici CEI non fossero interessati a questo aspetto? Io penso di no! A questi mercenari poco importava la questione etica ma quella politica; più precisamente il potere!

Parlavo in questi termini all’epoca del Family day.

Sostenevo che le persone scese in piazza erano state strumentalizzate.

Scrivendo ad un amico, dichiaravo:

“Se queste mie supposizioni sono delle perfide dietrologie, processo alle intenzioni o quant’altro di peggio, lo si vedrà negli eventi che si riveleranno da qui a breve”.

Era una sorta di intuizione che mi nasceva dentro dalla semplice osservazione dei fatti. Mi auguravo, allora, di verificarne l’inconsistenza. Avrei tanto desiderato sbagliarmi…ancora ora spero di non aver ben capito. Voi, che ne dite?

Con indignazione. P. Silvano
Sezano 18 settembre ’08