“PERCHÈ TACI MENTRE L’EMPIO INGOIA IL GIUSTO? (ABACUC 1,13)
IL “SILENZIO” DI DIO NELLE TRAGEDIE DEL '900
IL “SILENZIO” DI DIO NELLE TRAGEDIE DEL '900
testo dell'incontro-conferenza tenutosi a Sezano il 27.02.08
in occasione della "Giornata della Memoria" della Shoa.
Relatore: Mario Casarola
Ci si chiede se esiste ancora la profezia!
Ve ne offro un’esempio con la lettura di questo testo di Dostoevskij, scritto nel 1860, con il quale si anticipano le tragedie del ‘900; esso rappresenta perciò, oltre ad una sconcertante attualità, una stimolante introduzione alla relazione:
«Esistono persone che, al pari di tigri, bramano abbeverarsi di sangue.
Chiunque abbia sperimentato questo piacere, questo dominio illimitato sul corpo, sul sangue e sullo spirito di un essere umano come lui, di un fratello, secondo la legge di Cristo; chiunque abbia sperimentato il potere e la piena possibilità di sottoporre alla più degradante umiliazione un altro essere umano fatto ad immagine di Dio, questi, quasi inconsapevolmente, perderà il controllo dei propri istinti.
La tirannia è un’abitudine, un’abitudine che è suscettibile di evoluzione e che, di fatto, si evolve in una malattia.
Il migliore degli uomini può, in forza dell’abitudine, farsi ottuso e brutale fino al livello della bestia.
Il sangue ed il potere ubriacano, si sviluppa la durezza di cuore, la depravazione; all’intelligenza ed al sentimento si fanno accessibili e riescono dolci le manifestazioni più anormali.
L’uomo ed il cittadino periscono nel tiranno per sempre, mentre il ritorno alla dignità umana, al pentimento, alla rigenerazione diviene ormai quasi impossibile per lui.
Inoltre, l’esempio, la possibilità di tale arbitrio contagiano la società intera: un tale potere è una tentazione.
La società che guarda con indifferenza un tale fenomeno è già contagiata nelle sue fondamenta»
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