mi permetto di scriverti riguardo alla situazione dei senza fissa dimora e più in generale alla situazione di chi vive in povertà.
Le scelte fatte dall’amministrazione comunale mi hanno indignato.
- Ha sollevato la Comunità dei Giovani dalla gestione dell’asilo notturno "Corte Marini" senza un briciolo di spiegazione sul perché ed ha affidato alla Coop. Corallo la gestione a partire dal 15 novembre. Corte Marini è nata 3 anni fa, nel 2004, come realizzazione –ricordo dell’anno’54 quando in Francia l’Abbé Pierre ha sollevato e provocato il paese ad una risposta forte sul problema dei senza dimora. Emmaus, insieme con altre realtà, si era fatta carico del costo economico per pagare gli operatori notturni.
- Ha tolto sempre alla Comunità dei Giovani altre convenzioni: rifugiati politici ecc.ecc. Tutto questo dà l’idea di un accanimento nei confronti di una istituzione che a Verona ha 35 anni di vita e che ha dimostrato, con sacrificio e costanza, d’avere le competenze per lavorare con intelligenza nel sociale. Non possiamo restare a guardare mentre si massacra un’istituzione, che ha anche connotazioni religiose, senza reagire…la mia impressione è che si stia facendo lo stesso con il Don Calabria.
- L’aver modificato sulla carta di identità dei senza fissa dimora la dicitura "Via dell’ospitalità n. 1" con la dicitura "Senza fissa dimora n. 0"è preoccupante e sintomatico della visone delle cose in questa giunta.
- da ultimo, decidere di dare la residenza solo a chi dimostra almeno d’aver un reddito annuo di € 6000,00 costringe i più deboli ad una vita più precaria e più ai margini.
In conclusione ho l’impressione ma più che l’impressione è una certezza che si voglia fare la guerra ai poveri e non alla povertà. Non si capisce che la nostra realtà è fatta di tante persone deboli, fragili che fanno un passo aventi e due indietro ma che sono persone che hanno bisogno di tutto il nostro affetto ed il nostro appoggio. Al contrario vengono sempre più esclusi e buttati fuori dalle mura.
Dal punto di vista poi della cultura si rafforza l’idea che questa società è il luogo dove possono stare solo i più forti, i più capaci ( e sappiamo tutti che questo deriva tanto dalle condizioni di partenza come diceva don Milani). È una cultura che fa montare l’egoismo e il "penso a me stesso" e se gli altri non ce la fanno potrebbe voler dire che è colpa loro…
Credo che dobbiamo reagire; ho fiducia nella parola e nell’azione della Chiesa Veronese; credo che sia giunto il momento per dire una parola forte in difesa dei più deboli e degli esclusi dalla vita.
L’Abbé Pierre, che ho avuto la fortuna di accompagnare nei suoi ultimi 15 anni di vita mi diceva sempre: " Sulla mia tomba non portate dei fiori ma i contratti di affitto e le chiavi degli appartamenti che le amministrazioni comunali hanno messo a disposizione degli ultimi"; io spero di non tradire la fiducia che mi ha accordato e voglio continuare la sua lotta. Diceva ancora: il progresso di una società o di una città non sta nei suoi palazzi, ma nell’amore che dimostra verso gli ultimi."
Ti ringrazio e buon lavoro ( posso immaginare quanto sia gravoso).
Renzo Fior