Rassegna stampa

Renzo Fior
Comunità di Emmaus

Villafranca di Verona19.11.’07


Caro don Giuseppe*,

mi permetto di scriverti riguardo alla situazione dei senza fissa dimora e più in generale alla situazione di chi vive in povertà.
Le scelte fatte dall’amministrazione comunale mi hanno indignato.

  1. Ha sollevato la Comunità dei Giovani dalla gestione dell’asilo notturno "Corte Marini" senza un briciolo di spiegazione sul perché ed ha affidato alla Coop. Corallo la gestione a partire dal 15 novembre. Corte Marini è nata 3 anni fa, nel 2004, come realizzazione –ricordo dell’anno’54 quando in Francia l’Abbé Pierre ha sollevato e provocato il paese ad una risposta forte sul problema dei senza dimora. Emmaus, insieme con altre realtà, si era fatta carico del costo economico per pagare gli operatori notturni.
  2. Ha tolto sempre alla Comunità dei Giovani altre convenzioni: rifugiati politici ecc.ecc. Tutto questo dà l’idea di un accanimento nei confronti di una istituzione che a Verona ha 35 anni di vita e che ha dimostrato, con sacrificio e costanza, d’avere le competenze per lavorare con intelligenza nel sociale. Non possiamo restare a guardare mentre si massacra un’istituzione, che ha anche connotazioni religiose, senza reagire…la mia impressione è che si stia facendo lo stesso con il Don Calabria.
  3. L’aver modificato sulla carta di identità dei senza fissa dimora la dicitura "Via dell’ospitalità n. 1" con la dicitura "Senza fissa dimora n. 0"è preoccupante e sintomatico della visone delle cose in questa giunta.
  4. da ultimo, decidere di dare la residenza solo a chi dimostra almeno d’aver un reddito annuo di € 6000,00 costringe i più deboli ad una vita più precaria e più ai margini.

In conclusione ho l’impressione ma più che l’impressione è una certezza che si voglia fare la guerra ai poveri e non alla povertà. Non si capisce che la nostra realtà è fatta di tante persone deboli, fragili che fanno un passo aventi e due indietro ma che sono persone che hanno bisogno di tutto il nostro affetto ed il nostro appoggio. Al contrario vengono sempre più esclusi e buttati fuori dalle mura.
Dal punto di vista poi della cultura si rafforza l’idea che questa società è il luogo dove possono stare solo i più forti, i più capaci ( e sappiamo tutti che questo deriva tanto dalle condizioni di partenza come diceva don Milani). È una cultura che fa montare l’egoismo e il "penso a me stesso" e se gli altri non ce la fanno potrebbe voler dire che è colpa loro…
Credo che dobbiamo reagire; ho fiducia nella parola e nell’azione della Chiesa Veronese; credo che sia giunto il momento per dire una parola forte in difesa dei più deboli e degli esclusi dalla vita.
L’Abbé Pierre, che ho avuto la fortuna di accompagnare nei suoi ultimi 15 anni di vita mi diceva sempre: " Sulla mia tomba non portate dei fiori ma i contratti di affitto e le chiavi degli appartamenti che le amministrazioni comunali hanno messo a disposizione degli ultimi"; io spero di non tradire la fiducia che mi ha accordato e voglio continuare la sua lotta. Diceva ancora: il progresso di una società o di una città non sta nei suoi palazzi, ma nell’amore che dimostra verso gli ultimi."
Ti ringrazio e buon lavoro ( posso immaginare quanto sia gravoso).

Renzo Fior

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*Mons. Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona