I vescovi dell'acqua e dei beni comuni
Acqua pubblica, no oil, raccolta differenziata, tutela dei più deboli contro la crisi. Sono i temi di un duro messaggio diffuso dai vescovi di Abruzzo e Molise. E il primo maggio saranno centinaia i banchetti per la raccolta firme sul referendum acqua
Il movimento per i beni comuni, quello che ad esempio sta raccogliendo migliaia di firme per il referendum sull’acqua [il primo maggio saranno moltissimi i banchetti per la festa dei lavoratori], resta un arcipelago complesso e in costante espansione. Lo dimostra anche questo messaggio dei vescovi di Abruzzo e Molise [di cui pubblichiamo ampi stralci], che sta facendo molto discutere.
«’Come pastori della Conferenza episcopale Abruzzese-Molisana sentiamo di non poter restare indifferenti rispetto ai problemi che riguardano il fazzoletto di terra che ci è stato affidato. Negli ultimi anni infatti, il territorio locale è stato teatro di pericolose emergenze ambientali che mettono a grave rischio ecologico le nostre regioni, da sempre considerate un polmone verde’. Così scrivevamo, noi Vescovi dell’Abruzzo e del Molise, due anni fa, il 25 luglio 2008. Se oggi interveniamo nuovamente in materia è sempre per amore del nostro popolo, per promuovere il rispetto dell’ambiente attraverso una spiritualità tanto vigile verso il prossimo, quanto impegnata nell’adorazione del Creatore…
1. Una prima minaccia cui facevamo riferimento riguarda la costruzione del cosiddetto Centro Oli di Ortona. Il nostro allarme non è restato inascoltato, al punto che lo stesso Governo regionale ha varato una legge a tutela del territorio, nei confronti di un’attività considerata tra le più inquinanti per le risorse naturali, con conseguenze anche gravi sulla salute degli abitanti. Purtroppo, questa legge è stata impugnata a livello nazionale perché si occupa anche di ciò che riguarda il mare, materia che non è di competenza regionale. Auspichiamo che si attivi una collaborazione efficace fra Governo nazionale e Regione al fine di mantenere gli impegni assunti e tutelare tanto il nostro territorio, quanto il nostro mare, risorsa e patrimonio prezioso della nostra gente.
2. Un’ulteriore preoccupazione riguarda l’acqua, bene comune la cui fruizione è un diritto fondamentale e inalienabile di tutti. Ribadiamo la nostra preoccupazione riguardo a progetti di privatizzazione della gestione di questo bene, mentre richiamiamo l’urgenza di una costante ed efficace vigilanza da parte delle Autorità responsabili sulla qualità dell’acqua che beviamo. Esprimiamo inoltre il nostro convinto appoggio all’impiego di fonti energetiche “pulite”, quali l’eolico e il fotovoltaico, a condizione che ciò avvenga in modo rispettoso dell’impatto ambientale e a norma di legge. In tal senso sta intervenendo anche il Governo regionale.
3. L’emergenza rifiuti sembra sempre più preoccupante. Se ribadiamo la nostra volontà a cooperare attraverso la rete delle parrocchie all’educazione alla raccolta differenziata, oltre che ad adottare stili di vita ispirati alla sobrietà, chiediamo tempestività, organicità, legalità e chiarezza di interventi in questo campo da parte delle Autorità competenti. Ci viene segnalata in particolare la minaccia costituita in alcune zone da un inadeguato smaltimento di materiali tossici come l’amianto. Invitiamo tutti ad una mobilitazione morale e spirituale per tenere alta la vigilanza e la corresponsabilità per la diagnosi dei rischi e le terapie da adottare in questo campo.
4. La crisi economica ed occupazionale ci preoccupa in modo grave:… Molte famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese e la mancanza di lavoro suscita timore e sconforto quanto mai fondati. Ai responsabili della cosa pubblica e agli imprenditori chiediamo uno slancio di coraggio e di generosità a tutto campo: è tempo di sacrifici per tutti, ma è giusto che un prezzo maggiore sia pagato non dai più deboli, ma da chi più ha e più deve investire per il bene comune. …».
fonte Carta.org