Rassegna stampa

Se il cristiano insulta Maometto

di Filippo Di Giacomo



Un cristiano che insulta Maometto, contro chi bestemmia? Nel Corano, Gesù viene fatto nascere musulmano. Tra i 6666 versetti che compongono il testo sacro dell’Islam, circa 100 sono le righe dedicate a Gesù Cristo e alla Vergine Maria. In modo più preciso: in 25 versetti viene menzionato Gesù Cristo, in 11 il Messia, 34 cantano - letteralmente - l’immacolata concezione della Vergine Maria, in 12 viene confermata la verità del Vangelo e in 14 la presenza e i rapporti con i nazareni, cioè i cristiani.


Certo, un lettore acculturato non fa fatica a ritrovare nel racconto islamico dell’Annunciazione e del Natale le tracce del primo capitolo del Vangelo di Luca, dove l’annuncio di un figlio fatto dall’angelo a Maria è preceduto dalla promessa di un figlio - Giovanni il Battista - fatta dall’angelo al vecchio sacerdote Zaccaria e a sua moglie Elisabetta. Neanche lo scetticismo di Zaccaria, in contrasto con la fede di Maria, può apparire strano agli occhi di un cristiano perché il Corano fa spesso ricorso ai testi e alle tradizioni orali apocrife del cristianesimo copto e siriaco.


Il Corano di Maria racconta anche la nascita e il ruolo di tutore che Zaccaria, marito della cugina Elisabetta, ha svolto a protezione dell’infanzia immacolata di Gesù: un racconto che nel secondo secolo dopo Cristo già narrava il Protovangelo di Giacomo, testo in cui la pietà popolare cattolica ancora trova i nomi e la devozione per i genitori di Maria, San Gioacchino e Sant’Anna. Anche il piccolo Gesù che si diverte a fabbricare e animare piccoli uccelli di creta è del tutto uguale al Bambino del Vangelo dell’infanzia di Tommaso, un altro testo apocrifo del cristianesimo nascente.
Per il cristianesimo siriano, da cui Maometto trasse la conoscenza della storia di Gesù, il fondatore dell’Islam è stato a lungo considerato “un fratello che sbagliava”. Giovanni Damasceno, dottore della Chiesa, gran visir per lungo tempo a Damasco del governo omayyade del califfo Mu‘awiya Abi Sufyan e dei suoi due primi successori, vedeva nel dogma islamico dell’eternità del Corano una forma dell’insegnamento cristiano sul Logos. È vero che proprio per questo Dante pone Maometto all’inferno, tra gli eresiarchi.


Ma è anche per questo che il numero tre della Nostra Aetate, il documento del Concilio Vaticano II sulle religioni non cristiane ricorda ai cattolici che:
«La Chiesa guarda con stima anche i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano anche di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti nascosti di Dio, come si è sottoposto Abramo, al quale la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano però come profeta; onorano la sua madre vergine Maria e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio quando Dio ricompenserà tutti gli uomini risuscitati. Così pure essi hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno. Se nel corso dei secoli non pochi dissensi e inimicizie sono sorti tra cristiani e musulmani, il sacrosanto concilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e a promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà».


Il cristiano che offende Maometto bestemmia, dunque, soprattutto contro la propria Chiesa. E specularmente, già che la mamma dei confusi gode quando i suoi figli vanno in tv, contro chi bestemmiano quei tre o quattro presunti imam cacio e pepe che, benché ultraminoritari e rappresentativi di nulla e di nessuno fanno da spalla alle santancherate di turno?


In Europa, la frequenza di studenti musulmani nelle scuole cattoliche è un fenomeno ormai generale. In Belgio e Germania è molto alta, sia nelle scuole materne primarie che nelle scuole superiori (talvolta con picchi dell’80% di allievi musulmani in taluni Kinder-garten). In Italia la presenza di allievi musulmani nelle scuole cattoliche è in crescita. In Francia gli studenti musulmani nelle scuole cattoliche sono molti: nei quartieri popolari di Marsiglia, di Lille e a Paris-Nord possono superare il terzo o la metà del totale degli iscritti, e così in Danimarca. L’ethos cattolico è apprezzato rispetto alla neutralità della scuola. Il musulmano che irride il crocifisso, bestemmia soprattutto contro la stragrande maggioranza dei musulmani europei. Perché come diceva Camus, se anche in Europa Cristo e Maometto non hanno alcun bisogno di incontrarsi, cristiani e musulmani sono condannati a farlo.


fonte: l’Unità - 10 novembre2009