Rassegna Stampa

LE CHIESE CRISTIANE RIPUDIANO IL PACCHETTO SICUREZZA:
“UNA SOCIETÀ CHE CEDE ALLA PAURA È UNA SOCIETÀ MENO LIBERA”


ROMA-ADISTA. Accanto alle dure critiche espresse dalla Chiesa e dall’associazio-nismo cattolico sul Pacchetto Sicurezza recentemente approvato dalla Camera dei Deputati (v. notizia precedente), posizioni altrettanto nette sono state assunte nei giorni scorse anche dalle altre Chiese cristiane.

“Un provvedimento inaccettabile e razzista”, è il giudizio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei), espresso attraverso una nota del suo presidente, Domenico Maselli. “Le nuove norme in materia di sicurezza e di immigrazione ci preoccupano gravemente sia sotto il profilo etico che umanitario e costituzionale. Come Chiese evangeliche riteniamo che, lungi dal frenare l'immigrazione irregolare, produrranno ancora più illegalità, marginalità ed esclusione perché minano alla base i percorsi di integrazione e inclusione sociale”. “Riteniamo - scrive Maselli - che l'impostazione generale del provvedimento sia persecutoria e destabilizzante per la società intera. L'istituzione del 'reato di clandestinità', per il quale i cittadini che hanno incarichi di pubblico servizio saranno chiamati a denunciare persone prive di permesso di soggiorno, legittima una cultura del sospetto a scapito di quella dei diritti e della solidarietà”.

Ancora più duro Giuseppe La Pietra su Riforma (22/5), settimanale delle Chiese Evangeliche, Metodiste, Battiste e Valdesi: “Esprimiamo un corale ‘No’ contro un ddl discriminatorio che viola il principio dell’universalità dei diritti umani, sociali e civili, e rischia di far scivolare ancor più il nostro Paese verso un passato dal quale speravamo di esserci allontanati una volta per tutte”. “Il decreto sicurezza, ritoccato rispetto alla stesura originale, ma pesantemente inquinato dal reato di clandestinità, quindi dall’idea del povero come delinquente e dalla povertà come delitto, con ricadute pesanti, anche mortali, su molte famiglie e sui loro bambini” conduce insieme ad altre pratiche, come quelle del ‘respingimento’, “alle soglie di un apartheid in chiave italiana”. Le norme contenute nel Pacchetto Sicurezza, afferma La Pietra, sono figlie di “logiche di oppressione”. E di mistificazione. Perché “la società multietnica è una realtà di tutti i Paesi sviluppati, ma solo da noi il fenomeno migratorio è oggetto di semplificazioni, misure demagogiche quanto impraticabili, cinici giochi di potere”.

Toni più cauti, ma medesima preoccupazione anche nelle dichiarazioni rilasciate da Daniele Benini, presidente dell’Unione delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno: sulle disposizioni adottate dal governo per gestire il flusso migratorio sono in gioco, scrive Benini, “i diritti umani, i diritti di chi fugge da fame, persecuzione e minacce di morte, e i diritti di chi vive nella propria terra esigendo sicurezza e protezione”. “Non è facile gestire questi due diritti - ammette il presidente degli Avventisti - ma come Chiesa ci sentiamo particolarmente solidali nei confronti di chi rischia la vita e fugge da situazioni estremamente drammatiche. Il nostro desiderio è che si riesca a garantire i diritti umani di tutti e in particolare di chi non può difendersi”. Per questo, conclude Benini, invitiamo “le autorità del nostro Paese a valutare con grande attenzione ogni singolo caso di chi fugge da realtà drammatiche, e di avere la saggezza per garantire i cittadini italiani, chi giustamente chiede asilo politico e gli immigrati che svolgono attività regolari nel nostro Paese”.

Intanto, a Verona, la mobilitazione contro il ddl Sicurezza assume una dimensione ecumenica. Un documento di forte condanna alle nuove norme, firmato dal pope padre Gabriel Gabor Codrea, rettore della comunità ortodossa romena di Verona, è stato infatti diffuso a nome del Consiglio delle Chiese cristiane di Verona, un organismo ecumenico che comprende la Chiesa valdese e metodista, la comunità evangelica luterana, la Chiesa cattolica diocesana, la parrocchia di Sant’Elia profeta della Chiesa ortodossa romena e la parrocchia di San Nicola il taumaturgo della Chiesa ortodossa russa. L’organismo ecumenico rileva che il decreto approvato dall'esecutivo “fa leva sulla paura e spinge ad atteggiamenti ostili nei confronti degli emigranti. Come cittadini e credenti non possiamo confessare l'amore del Dio di Gesù Cristo e permettere che intanto si scateni la guerra tra poveri che fa affidamento alle vecchie botti non adatte a contenere il vino nuovo del Vangelo”. Il Consiglio respinge con durezza “ogni forma di razzismo e di non accoglienza delle diversità, non solo di razza, ma anche di pensiero e di religione, di opinione politica e di condizione economica”; denuncia “ogni campagna di diffusione di informazioni fuorvianti e di criminalizzazioni infondate contro chi non ci assomiglia, sviluppando pregiudizio e creando capri espiatori”; fa appello “ai cristiani perché traducano anche oggi la tradizione biblica ebraico-cristiana del diritto d'asilo per i poveri e per i deboli così che nessun migrante sia respinto prima di valutare le singole situazioni”. “Una società che si chiude sempre di più in se stessa e che cede alla paura degli stranieri e delle differenze diventa una società meno libera, meno democratica e senza futuro. Siamo profondamente convinti che non possiamo difendere i nostri diritti senza affermare i diritti di tutti, partendo da chi è debole e straniero. Nessuno, infatti, ci è straniero perché la distanza che ci separa da lui è quella stessa che ci separa da noi stessi”. (valerio gigante)

tratto da Adista Notizie n. 58 - 30 Maggio 2009 (www.adistaonline.it)