Pensando

tratto da http://www.abcsverona.it/

Breve riflessione sulla guerra in Georgia
di Mons. Giuseppe Pasotto, Amministratore Apostolico della Georgia

Chi ha cominciato questa guerra? Perche’?
Chi aveva ragione?
Quale era lo scopo? C’erano interessi nascosti?
Chi e’ stato il piu’ cattivo?
Come terminera’? E poi cosa succedera’?

E’ solo la prima volta, grazie a Dio, che mi sono trovato a vivere all’interno di un conflitto armato. Capisco che queste sono le domande che tutti si pongono. Me le sono poste anch’io, ma devo dire da subito che, sebbene abbia sentito tante opinioni , io non ho trovato le risposte , anzi ho avuto la sensazione che cerchiamo queste risposte per metterci l’animo un po’ in pace. “Se la colpa non fosse dei “nostri” allora..” “allora che? Allora che cosa cambierebbe?”
La realta’ di questa breve, ma anche lunga guerra, sono i morti che sono rimasti per giorni abbandonati nella zona piu’ intensa del conflitto e che i monaci georgiani sono andati a raccogliere con le maschere, per non rimanere soffocati dalla puzza. La realta’della guerra sono i circa 100.000 sfollati raccolti in 200 punti di raccolta e che non hanno niente per far fronte alle necessita’ del mangiare e del dormire. La realta’ di questa guerra sono le case distrutte che non permetteranno per anni a famiglie intere di ritornare a casa. La realta’ di questa guerra sono i pianti fatta da tanta gente e la paura e la delusione che ancora si sono reinsidiate nel cuore di tutti.
E’ proprio questa la realta’ che copre di ombre una serie di osservazioni che ho potuto fare mano a mano che i giorni passavano e che sinteticamente qui riassumo:
- l’espandersi immediato e incomprensibile del conflitto al di la’ della zona propria con bombardamenti su luoghi che spesso hanno toccato la vita di civili.
- lo scoppio simultaneo di una guerra mediatica e che la Georgia ha subito perso, apparendo subito al mondo come colpevole.
- il rendermi conto che l’informazione televisiva e giornalistica viene fatta in modo superficiale e spesso senza verifica. Sui giornali e agenzie europee si leggevano grossi titoli completamente smentiti dalla realta’: “Bombardamento a Tbilisi, ritiro delle truppe da Gori”. Un giornalista qui presente mi diceva: “io oggi ero a Gori ed ero l’unico giornalista che e’ riuscito ad antrare e ho visto i russi controllare tutto, come fanno a dire che hanno lasciato la citta’? ”
- L’incapacita’ da parte dell’ Europa e dell’America di prendere una decisione...un’infinita’ di parole che non indicavano niente di concreto.
- Il valore negato agli accordi presi...date non rispettate, impegni ripetuti, rimandati e lasciati cadere senza spiegazioni...
- Il voler fare vedere che non solo si e’ vinto, ma che ci si puo’ prendere gioco in modo molto fine dei perdenti...
Ho proprio visto e imparato che la guerra non e’ solo sparare, bombardare, ma .... che l’uomo ha un’infinita’ di mezzi per distruggere l’altro uomo. Il panico che era nel volto della gente non veniva dalle bombe ma da tutto il resto, ed era un panico visibile, che entrava fin nel midollo delle loro ossa. E’ questo che fa gridare di disperazione!!!!

La nostra piccola Chiesa Cattolica di Georgia (Caritas, Sacerdoti, Congregazioni religiose, laici), si mette in azione con altre armi, l’arma della solidarieta’, della cooperazione, con l’arma della giustizia e dell’attenzione a coloro che sono rimasti piu’ soli e che forse non saranno sostenuti da nessun aiuto umanitario, le armi giuste ed efficaci per ricostruire, con fatica e pazienza, quell’uomo che in poco tempo si e’ voluto distruggere.
Questo lo possiamo fare con l’aiuto delle altre Chiese, di altri uomini che con noi, ( io so che sono tanti i lettori, amici e conoscenti, che aspettano indicazioni anche dal “Missionario” per darci una mano), si faranno su le maniche e vorranno seminare, ancora una volta in questa terra martoriata, con la fantasia dell’amore ... semi di pace e di speranza. Una guerra d’amore!

GRAZIE...anche delle preghiere!!!!

Tbilisi, 22 agosto 2008