Il Pdl "eroso" dai terzi poli:
il rischio è un Senato zoppo, Roberto D'Alimonte
Le prossime elezioni saranno molto diverse da quelle del 2006. Non è cambiata la legge elettorale ma è cambiata profondamente l'offerta politica. E questo potrebbe avere un effetto rilevante, e non positivo, sull'esito della competizione al Senato. I leader dei due maggiori partiti hanno fatto capire, anche se in modi diversi, che questo esito potrebbe non essere dissimile, a parti invertite, da quello del 2006, e cioè un governo zoppo. Come spiegare altrimenti la preoccupazione di Veltroni che la gara al Senato sia un terno al lotto o il riferimento di Berlusconi alla possibilità di una grande coalizione post-elettorale?
Al momento, senza avere sondaggi attendibili a livello regionale non è possibile stimare accuratamente la probabilità di un esito del genere, ma ci sono già ora elementi di riflessione che fanno temere il peggio. La nuova offerta elettorale combinata con il meccanismo di voto del Senato penalizza il vincitore atteso di queste elezioni e cioè il Pdl. Questa affermazione si basa su due fattori. Il primo è la divisione del centro-destra. Nonostante il lodevole, e in parte riuscito, tentativo di Berlusconi di unificare la destra italiana in un unico grande partito sulla scia di quanto è successo in Spagna e in Francia, questo schieramento si presenterà diviso in tre tronconi: il Pdl, il centro di Casini e Pezzotta, la Destra di Storace. Oggi non si sa ancora quanti voti valgono al Senato le ultime due formazioni soprattutto nelle regioni in bilico, le regioni "marginali". Entrambe devono superare la soglia dell'8% per prendere seggi.Nel 2006 l'Udc lo ha fatto solo nelle Marche, in Puglia e in Sicilia (Tabella). Quanto alla Destra non ci sono dati attendibili sul suo appeal. Se si considerano i risultati della Fiamma tricolore di Rauti (elezioni 1996) come indicatore, assai imperfetto, del potenziale bacino di una destra radicale si va dal 6,6% in Abruzzo al 5,9% della Calabria, al 4,2% del Lazio. È certo però che resterà fuori dal Senato a meno che non riesca a superare l'8%nel Lazio,una impresa difficile.
Indipendentemente dal loro successo elettorale l'Udc e il partito di Storace dividerannoi voti del centro-destra danneggiando il Pdl. In molte regioni il partito di Berlusconi vincerà comunque. Per esempio, in Piemonte, Lombardia, Veneto. Ma in Liguria , Abruzzo, Calabria, Sardegna? Qui solo un ottimo risultato elettorale può scongiurare che il premio non vada al Pd. Ma anche nelle regioni "sicure" la presenza dell'Udc e della Destra può impedire al Pdl di ottenere qualche seggio in più rispetto a quelli assegnati dal premio di maggioranza e incrementare (o garantirsi) il suo margine di vittoria. Infatti i voti dati a partiti che non superano la soglia, o che comunque non hanno abbastanza voti per ottenere seggi, beneficiano il Pdl ma anche il Pd.
Ma il vero rischio per il Cavaliere viene paradossalmente dalla Sinistra-Arcobaleno. Si tratta di un rischio legato alle modalità di funzionamento del premio di maggioranza, alla divisione del centro-sinistra e alla forza relativa di questa formazione. Il premio di maggioranza in una competizione bipolare non riserva sorprese: chi vince prende i seggi corrispondenti al premio (o qualche seggio oltre il premio se ha tanti voti) e chi perde prende i seggi restanti. È andata così nel 2006. In una competizione non bipolare, come l'attuale, le cose cambiano. L'esempio dell'Emilia- Romagna può servire a chiarire le cose.
Nel 2006 in questa regione ha vinto l'Unione che ha preso 12 seggi mentre alla Cdl ne sono andati 9. Anche quest'anno vincerà il Pd e si prenderà gli stessi 12 segg, ma al Pdl ne andranno 7 e non 9 perché due andranno alla Sinistra che nel 2006 era dentro l'Unione e oggi invece è fuori. In breve, il centro-sinistra diviso prende più seggi del centro-sinistra unito (12 + 2 in Emilia Romagna), a scapito del Pdl. Questo succederà anche in altre regioni dove il Pd vincerà il premio ma il Pdl dovrà dividere i seggi restanti con le altre formazioni che ne avranno diritto. Tra queste la Sinistra è la più probabile candidata alla spartizione perchè sulla carta può ottenere seggi in diverse regioni, a differenza dell'Udc-Rosa Bianca e della Destra (Tabella) che non arrivano all'8 per cento.
In conclusione, la trasformazione dell'offerta elettorale secondo un formato non bipolare, e cioè la presenza di altri competitori a destra come a sinistra, presenta tre rischi per il Pdl: 1) non conquistare il premio in alcune regioni " marginali"; 2) non riuscire a stravincere (cioè ottenere seggi oltre il premio) nelle regioni in cui è destinato a vincere: 3) ottenere meno seggi nelle regioni in cui è destinato a perdere. La combinazione di questi tre effetti può portare di nuovo ad un governo zoppo. Con tutte le negative, per non dire drammatiche, conseguenze del caso.
Al momento, senza avere sondaggi attendibili a livello regionale non è possibile stimare accuratamente la probabilità di un esito del genere, ma ci sono già ora elementi di riflessione che fanno temere il peggio. La nuova offerta elettorale combinata con il meccanismo di voto del Senato penalizza il vincitore atteso di queste elezioni e cioè il Pdl. Questa affermazione si basa su due fattori. Il primo è la divisione del centro-destra. Nonostante il lodevole, e in parte riuscito, tentativo di Berlusconi di unificare la destra italiana in un unico grande partito sulla scia di quanto è successo in Spagna e in Francia, questo schieramento si presenterà diviso in tre tronconi: il Pdl, il centro di Casini e Pezzotta, la Destra di Storace. Oggi non si sa ancora quanti voti valgono al Senato le ultime due formazioni soprattutto nelle regioni in bilico, le regioni "marginali". Entrambe devono superare la soglia dell'8% per prendere seggi.Nel 2006 l'Udc lo ha fatto solo nelle Marche, in Puglia e in Sicilia (Tabella). Quanto alla Destra non ci sono dati attendibili sul suo appeal. Se si considerano i risultati della Fiamma tricolore di Rauti (elezioni 1996) come indicatore, assai imperfetto, del potenziale bacino di una destra radicale si va dal 6,6% in Abruzzo al 5,9% della Calabria, al 4,2% del Lazio. È certo però che resterà fuori dal Senato a meno che non riesca a superare l'8%nel Lazio,una impresa difficile.
Indipendentemente dal loro successo elettorale l'Udc e il partito di Storace dividerannoi voti del centro-destra danneggiando il Pdl. In molte regioni il partito di Berlusconi vincerà comunque. Per esempio, in Piemonte, Lombardia, Veneto. Ma in Liguria , Abruzzo, Calabria, Sardegna? Qui solo un ottimo risultato elettorale può scongiurare che il premio non vada al Pd. Ma anche nelle regioni "sicure" la presenza dell'Udc e della Destra può impedire al Pdl di ottenere qualche seggio in più rispetto a quelli assegnati dal premio di maggioranza e incrementare (o garantirsi) il suo margine di vittoria. Infatti i voti dati a partiti che non superano la soglia, o che comunque non hanno abbastanza voti per ottenere seggi, beneficiano il Pdl ma anche il Pd.
Ma il vero rischio per il Cavaliere viene paradossalmente dalla Sinistra-Arcobaleno. Si tratta di un rischio legato alle modalità di funzionamento del premio di maggioranza, alla divisione del centro-sinistra e alla forza relativa di questa formazione. Il premio di maggioranza in una competizione bipolare non riserva sorprese: chi vince prende i seggi corrispondenti al premio (o qualche seggio oltre il premio se ha tanti voti) e chi perde prende i seggi restanti. È andata così nel 2006. In una competizione non bipolare, come l'attuale, le cose cambiano. L'esempio dell'Emilia- Romagna può servire a chiarire le cose.
Nel 2006 in questa regione ha vinto l'Unione che ha preso 12 seggi mentre alla Cdl ne sono andati 9. Anche quest'anno vincerà il Pd e si prenderà gli stessi 12 segg, ma al Pdl ne andranno 7 e non 9 perché due andranno alla Sinistra che nel 2006 era dentro l'Unione e oggi invece è fuori. In breve, il centro-sinistra diviso prende più seggi del centro-sinistra unito (12 + 2 in Emilia Romagna), a scapito del Pdl. Questo succederà anche in altre regioni dove il Pd vincerà il premio ma il Pdl dovrà dividere i seggi restanti con le altre formazioni che ne avranno diritto. Tra queste la Sinistra è la più probabile candidata alla spartizione perchè sulla carta può ottenere seggi in diverse regioni, a differenza dell'Udc-Rosa Bianca e della Destra (Tabella) che non arrivano all'8 per cento.
In conclusione, la trasformazione dell'offerta elettorale secondo un formato non bipolare, e cioè la presenza di altri competitori a destra come a sinistra, presenta tre rischi per il Pdl: 1) non conquistare il premio in alcune regioni " marginali"; 2) non riuscire a stravincere (cioè ottenere seggi oltre il premio) nelle regioni in cui è destinato a vincere: 3) ottenere meno seggi nelle regioni in cui è destinato a perdere. La combinazione di questi tre effetti può portare di nuovo ad un governo zoppo. Con tutte le negative, per non dire drammatiche, conseguenze del caso.