Rassegna Stampa

Gheddafi: «Guerra santa contro la Svizzera per il no alle moschee»

«Miscredente» e «apostata» per aver l’approvato il referendum costruire minareti nel paese elvetico

MILANO - Il colonnello libico Muammar Gheddafi ha invitato alla Jihad (la guerra santa, ndr) contro la Svizzera, da lui definita «miscredente» e «apostata», dopo l’approvazione del divieto di costruire minareti nel paese elvetico.

IL DISCORSO - «È contro la Svizzera miscredente e apostata che distrugge le case di Allah che la jihad deve essere proclamata con ogni mezzo», ha dichiarato il colonnello Gheddafi in un discorso a Bengasi, nell’est della Libia, in occasione della Festa del «Mouloud», che commemora la nascita del profeta Maometto. Per il numero uno libico, «la jihad contro la Svizzera, contro il sionismo, contro l’aggressione estera (...), non è terrorismo». «Qualunque musulmano nel mondo che tratta con la Svizzera è un infedele ed è contro l’islam, contro Maometto, contro Dio, contro il Corano», ha aggiunto il leader di Tripoli davanti a migliaia di persone. Boicottate la Svizzera: boicottate i suoi prodotti, boicottate i loro aerei, le loro navi, le loro ambasciate, boicottate questa razza miscredente, apostata, che aggredisce la case di Allah», ha insistito Gheddafi, parlando in veste di capo del Commando popolare islamico internazionale, ente da lui creato nel 1991.

LA CRISI - Sulle dichiarazioni del leader libico, un portavoce del ministero svizzero degli Affari esteri non ha voluto rilasciare commenti. Le relazioni tra Tripoli e Berna sono tesissime dopo l’arresto a luglio 2008 a Ginevra del figlio di Gheddafi, Hannibal, arrestato a Ginevra con l’accusa di aver maltrattato i suoi domestici. L'episodio ha scatenato una serie di ritorsioni a catena. La Svizzera lo scorso autunno ha inserito nella lista nera di Schengen i nomi di 188 alti dirigenti libici, tra cui anche quello del colonnello Muammar Gheddafi, inasprendo la crisi. Poco dopo le autorità libiche hanno arrestato due imprenditori svizzeri, di cui uno, Max Goeldi, è ancora detenuto in Libia. L’intervento «delirante» di Gheddafi avviene mentre proseguono le trattative tra i due paesi per la sua liberazione. Il 29 novembre scorso gli svizzeri hanno votato a larga maggioranza (57,5%) per vietare la costruzione di nuovi minareti, in un referendum promosso dalla destra populista.

DIRITTO DI USARE SCHENGEN - Intanto la Svizzera si è difesa giovedì dall’accusa di aver usato l’accordo di Schengen a fini politici, per risolvere la sua controversia con la Libia. «Noi siamo membri dello spazio Schengen e come ogni altro membro noi abbiamo il diritto di applicare queste disposizioni», ha detto il ministro della Giustizia svizzero Eveline Widemer-Schlumpf al termine di una riunione a Bruxelles con il ministri degli Interni dei Ventisette membri dell’Unione Europea. Widemer-Schlumpf si è in particolare difesa dalle accuse lanciate dal ministro dell’Interno italiano Roberto Maroni, il quale poco prima aveva detto ai giornalisti che non si può usare questo strumento di cooperazione internazionale «per risolvere controversie bilaterali come quella tra Berna e Tripoli».

Fonte: http://www.corriere.it/ - 25 febbraio 2010