Immigrati, i vescovi a Berlusconi "Delinquono come gli italiani"
Monsignor Crociata (Cei) replica all'equazione del premier su stranieri e criminalità "Le nostre statistiche dimostrano che le percentuali di reati sono pressoché identiche"
ROMA - "Le nostre statistiche dimostrano che le percentuali di criminalità di italiani e stranieri sono analoghe, se non identiche". E' quanto ha affermato il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulle affermazioni del premier Berlusconi riguardanti la partecipazione degli immigrati alle attività delle organizzazioni criminali. "La considerazione di fondo sugli immigrati - ha adetto Crociata - resta la dignità di ogni persona umana che non può essere oggetto di pregiudizio e discriminazione, come ha ricordato il Pontefice". Crociata, rispondendo ai giornalisti nella conferenza stampa conclusiva del Consiglio permanente della Cei, ha affrontato diversi temi, compreso quello delle prossime elezioni. "Il compito dei cittadini - ha detto il segretario generale della Cei - è di eleggere le persone che meglio perseguono l'obiettivo del bene comune i cui valori e criteri sono la difesa della vita umana comunque si presenti, la difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la promozione della solidarietà verso gli altri, in particolare i più deboli e il lavoro". L'indicazione della Chiesa, ha aggiunto, è poi "quella di votare per coloro che guardano alle esigenze generali più importanti sia per la vita del Paese che per le Regioni''. Sulle polemiche intorno alla giustizia, Crociata ha detto di non volere esprimere giudizi di merito: "Darei in questo caso - ha spiegato - quell'indicazione relativa a superare conflitti e tensioni già contenuta nella relazione del cardinale Bagnasco, per trovare una soluzione all'interno degli equilibri istituzionali seguendo la ricerca del bene comune da parte di tutti". Quanto all'emergenza disoccupazione ed al caso Fiat, Crociata ha detto che bisogna fare di tutto per "conservare, assicurare e accrescere i posti di lavoro": "Conosciamo il dramma delle famiglie che avevano un lavoro e ora si trovano per strada. Dobbiamo raccogliere questo grido, non possiamo rimanere insensibili. Non posso intervenire su questioni specifiche, ma credo che sia, molto semplicemente, auspicabile che si continui a cercare il modo di assicurare ancora il lavoro".
fonte www.repubblica.it del 29 gennaio 2010