Rassegna Stampa

Il circolo vizioso della xenOfobia
di Innocenzo Cipolletta

In Italia servono campagne a favore dell`integrazione e misure che migliorino il tenore di vita dei lavoratori stranieri con ammortizzatori e assistenza sanitaria.
La qualità dei materiali si misura nelle condizioni di stress. Per conoscere la capacità di resistenza di un metallo, occorre sottoporlo a condizioni di trazione eccezionali. Solo allora se ne potrà misurare il grado di resistenza.

Lo stesso vale per le comunità sociali.

Perverificarne alcune caratteristiche, occorre guardare alle reazioni nei momenti di maggiore tensione. Se vogliamo capire il grado di xenofobia dell`Italia, non dobbiamo guardare ai comportamenti degli italiani nei confronti degli stranieri quando l`economia va bene e quando gli stranieri sono quasi invisibili, nascosti nei campi, nelle officine, nelle cucine dei ristoranti o nelle case a badare agli anziani. Dobbiamo invece guardare a come ci comportiamo quando l`economia va male, quando a perdere il lavoro sono gli immigrati, quando le loro comunità diventano visibili e impongono i loro costumi e le loro abitudini, quando i loro figli, nati in Italia, competono con i nostri per gli stessi posti di lavoro e per gli stessi affetti.

Messa sotto stress, l`Italia si sta rivelando xenofoba, al limite del razzismo.

Questa non è, purtroppo, una sorpresa per quanti ne avevano previsto l`evoluzione sulla base di molti segnali che emergevano in varie aree del Paese.

Ma ciò che meraviglia è invece lapervicace negazione di quanti si ostinano ancora a sostenere che ciò non siavero e che ci sia solo una sana reazione a un costume di lassismo nei confronti della criminalità, che non ci possiamo più permettere. Davvero non si capisce perché ci saremmo potuti permettere di sopportare assassini, violenze e stupri quando erano commessi solo da italiani, mentre invece non riusciremmo più a sopportarli se commessi anche da stranieri! E, pure se i crimini diminuiscono, la paura cresce e individua nello straniero (ieri l`albanese, oggi il ru- meno, domani chissà) il pericolo da cui difendersi.

La deriva xenofoba non si misura tanto nei provvedimenti adottati dal Governo.

Questi, visti nella loro essenza giuridica, sono spesso provvedimenti molto limitati, a volte copiati da esperienze già presenti in altri Paesi che non presentano sindromi di xenofobia.

Questo vale per le limitazioni all`immigrazione, per le espulsioni dei clandestini, per la gestione dei centri, d`accoglienza, per le classi nelle scuole,,per la pretesa di far pagare i visti o le documentazioni di`residenza e persino per la "regolamentazione" delle ronde dei cittadini, che hanno acceso dibattiti quando sono stati presentati.

La vera differenza sta nelle motivazioni che hanno accompagnato questi provvedimenti, nella scelta del momento in cui sono stati presentati, nel clima che hanno determinato. In altre parole, la deriva si misura dal contesto politico e populista che generauna domanda d`interventi e che finisce per legittimare comportamenti xenofobi o razzisti. Basta spesso leggere le relazioni d`accompagnamento e le motivazioni con cui molti di questi provvedimenti sono presentati, la maniera come vengono discussi nei dibattiti pubblici o privati, il momento scelto dopo specifici fatti di cronaca, per capire che si sta creando un clima pericoloso dentro il Paese che ci relega tra le nazioni xenofobe.

Tanto più che, mentre s`inasprisce la legislazione contro la criminalità di cui sono accusati prevalentemente gli stranieri, si varano norme a tutela di quanti possono essere sospettati per reati tipicamente italiani. Così ad esempio, s`inaspriscono le norme contro la prostituzione per strada, mentre si riducono le possibilità d`intercettazione telefonica che avevano fatto emergere fenomeni di scambi di favori sessuali.

Poiché la crisi economica finirà per pesare molto in termini di disoccupa- zione, vi è da temere che questo clima di contrapposizione tra italiani e stranieri vada aggravandosi e sfoci in veri e propri episodi di razzismo. Ne sono una anticipazione le ronde di cittadini, spesso colorate politicamente e che devono essere scortate dalla polizia.

Questa deriva minaccia la capacità di crescita civile ed economica del nostro Paese. Se il Paese viene percepito come xenofobo, avremo una selezione perversa dell`immigrazione. Verranno da noi solo le persone più disperate, quelle che sono pronte a sfidare anche le leggi pur di avere una possibilità di espatriare. Entreremo in un circolo vizioso, dove la nostra xenofobia selezionerà un`immigrazione di persone disperate, che genereranno tensioni tali da giustificare ancora di più gli atteggiamenti xenofobi. Saranno allora adottate nuove misure contro gli stranieri, in una spirale perversa che finirà per minare la nostra capacità di crescita anche quando questa crisi sarà terminata.

Abbiamo bisogno di un netto cambio d`atteggiamento per frenare questa deriva xenofoba. Non più grandi proclami di presunta severità e annunci di nuove disposizioni legislative per punire maggiormente gli stranieri colpevoli di crimini nel nostro territorio, con il risultato di spaventare ancora di più la gente. Serve invece una vera campagna a favore dell`integrazione, con misure atte a favorire il tenore di vita degli immigrati, a cominciare dagli ammortizzatori sociali e dall`assistenza sanitaria da cui non devono sentirsi esclusi in questa fase di crisi drammatica.
Quanto alla repressione dei reati, che deve essere rigorosa, le leggi esistenti sono più che sufficienti. Semmai occorrono atti amministrativi per applicarle meglio nei confronti di tutti i delinquenti, italiani e stranieri. Il Paese ha bisogno di uscire dalla paura e dalle tensioni, se vorrà essere pronto per riprendere la via della crescita, quando finalmente questa crisi sarà cessata.


fonte: "Il sole 24 ore" del 7 marzo 2009