PENSANDO

Verona, 17 gennaio 2009


Un silenzio che interroga

Ci dispiace prendere atto della sospensione della Giornata di dialogo ebraico-cristiano prevista per il 17 gennaio, giornata che ha avuto la sua origine nel 1990 da una iniziativa congiunta tra la Conferenza Episcopale Italiana e l’Assemblea Rabbinica.
Non spetta a noi dare qui un giudizio sui motivi che hanno portato a questa scelta, certamente sofferta in chi l’ha maturata, ma che ci fa sentire tutta l’amarezza di un cammino disatteso e fa nascere molteplici interrogativi, non da ultimo quello di come riaffermare la nostra stima e fiducia in una comunità, quella ebraica, per la quale nutriamo una sincera relazione fraterna.
A prescindere dalla complessa situazione socio-politica del momento, come presbiteri della Chiesa cattolica che vivono il proprio servizio nel cuore di Verona, possiamo attestare la gioia di aver visto crescere nella nostra città la genuinità di uno spazio di incontro tra la comunità ebraica e quella cristiana, fatto di conoscenza, di reciproco ascolto e apprezzamento, di dialogo e di fiducia. In particolare la partecipazione al Sinodo di rappresentanti della Comunità Ebraica della nostra città e la visita in Sinagoga del nostro Vescovo. Questo ci ha permesso di sperimentare l’efficacia del dialogo come concreta possibilità di incontro con le diversità culturali e religiose che ci interpellano.
La nostra storia, anche se talora segnata da ferite, si è fatta parola per una rinnovata speranza in questa città per la quale abbiamo sognato, pregato e vissuto il nostro comune impegno nella prospettiva della giustizia e della pace.
Ora questo giorno di silenzio (tecnicamente una “sospensione della giornata del dialogo”), e più ancora ciò che lo motiva, lo sentiamo come condivisione di una sofferenza, ma non come una interruzione del cammino finora condiviso. Per noi, infatti, il dialogo è una realtà irrinunciabile, è lo stile che dà credibilità al nostro servizio, ma è anche la forza e la possibilità per l’incontro con ogni realtà culturale, sociale e religiosa.
È un giorno di silenzio, e anche di amarezza, ma questo non ci impedisce di dire con tutta la nostra forza il desiderio di tornare a incontrarci, di far rifiorire parole che hanno sapore, che trasmettono e restituiscono vita, che coinvolgono le nostre storie facendole percepire come salvezza.

Alcuni presbiteri del Vicariato di Verona centro

mons. Ezio Falavegna, mons. Franco Fiorio, don Giancarlo Piattelli,
don Giuseppe Vantini, don Germano Paiola, don Marco Campedelli,
don Roberto Vinco, don Mariano Lusini, don Tarcisio Bertucco, don Giuseppe Benini,
mons. Giulio Battistella, don Renato Carcereri, don Stefano Origano,
P. Gianpietro Valbusa, don Graziello Martinelli, P. Mario Giusti