Rassegna Stampa

tratto da Il Manifesto, 09.10.2008

L'eredità della crisi finanziaria

di Riccardo Petrella


Pochissimi sono coloro che penseranno che si stia vivendo il fallimento del sistema capitalista finanziario mondiale, noi tutti essendo stati educati e convinti a credere che il sistema capitalista di mercato è « nella natura delle cose » e che non vi sia alternativa all'economia capitalista.
I tre principi della finanza
Perché si può parlare, correttamente, di fallimento? Il capitalismo finanziario mondiale di mercato si è affermato sulla base di tre principi.
Primo: il valore è definito e misurato nelle nostre società in funzione del contributo che un atto, un bene, una situazione apporta all'aumento del valore del capitale finanziario.
Secondo: l'impresa privata è l'istituzione più idonea e capace di utilizzare le risorse disponibili nel mondo.
Terzo: il mercato è il meccanismo adeguato per selezionare efficacemente l'uso delle risorse (specie a profitto di chi).
Da questi tre principi sono discese le grandi «tavole della legge» del capitalismo mondiale: la mercificazione di ogni forma di vita (tutto è merce); la liberalizzazione di ogni attività economica (libertà dei movimenti di capitale, esplosione dei paradisi fiscali...), la deregolazione dell'economia (l'intervento dello stato e fonte di distorsione del mercato), la privatizzazione di tutto ciò che è privatizzabile (acqua, salute, educazione, gas, elettricità, telecomunicazioni, trasporti urbani, rifiuti, farmacie popolari, cimiteri, banche, casse di risparmio, educazione, sicurezza....), la globalizzazione della finanza, delle imprese, del commercio (e conseguente formazione di potentissimi gruppi industriali e finanziari mondiali privati), l'obbligo di competitività su tutti i fronti, cui nessuno (stati compresi) può sfuggire.
Un sistema instabile
Da una trentina di anni, almeno, il mondo (e non solo l'economia) è governato da queste «tavole della legge». Si è cosi parlato di trionfo del sistema capitalista finanziario mondiale di mercato.
Ebbene - oggi è evidente - l'applicazione di queste «leggi» in oltre trent'anni di crisi frequenti, ha portato il sistema capitalista al collasso.
Il sistema capitalista ha dimostrato di essere strutturalmente instabile (perché fondato sul rischio), rovinoso per la grande maggioranza della popolazione (perché al servizio dei gruppi più potenti e ricchi), distruttore delle risorse naturali del pianeta (perché avido e dominatore, convinto che tutto sia possibile grazie alla scienza e alla tecnologia); autoritario e arrogante nei confronti della democrazia rappresentativa (perché crede di più nella libertà/potenza autoregolatrice delle forze del capitale e del mercato, e non è un caso che in questi ultimi anni i sostenitori del sistema capitalista finanziario mondiale di mercato abbiano imposto l'idea del «costo della politica»).
Il capitalismo finanziario mondiale di mercato ha portato alla crisi energetica, al disastro alimentare, alla catastrofe climatica, all'esclusione di miliardi di persone che stanno nelle bidonville.
Ha riconosciuto la sua incapacità di sradicare la povertà nel mondo (oggi si contano più di 2,8 miliardi di esseri umani che «vivono» con meno di due dollari di reddito al giorno) mentre all'epoca della crescita della potenza di questo sistema, i suoi laudatori avevano annunciato lo sradicamento della povertà nel 2000 grazie alle Politiche di aggiustamento strutturale della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale.
La crisi è grave, però...
Attualmente, i dirigenti politici e economici statunitensi, europei e giapponesi diffondono nell'opinione pubblica l'idea che la crisi è molto grave, ma che le fondamenta del sistema sono buone e solide: la crisi verrà risolta, è solo una questione di tempo. Secondo loro, rimedi che permetteranno di superare la crisi sono di tre tipi: ristabilire alcune regole (siamo andati oltre, dicono, nella liberalizzazione e nella deregulation), la messa in opera di controlli più severi (le autorità monetarie e finanziarie, dicono, sono state troppo lassiste e hanno lasciato alle società private di revisori compiti che dovevano essere loro prerogativa...), l'adozione di misure di informazione e di trasparenza che possano ristabilire la fiducia nel sistema.
Così facendo, essi si dimostrano ignoranti (non hanno capito nulla di quello che accade, cosa poco probabile) oppure ipocriti/cinici (sanno quello che sta succedendo ma non osano confessare il fallimento del sistema che hanno instaurato e imposto al mondo), o ancora irresponsabili (cercano di scaricare sugli «altri» la responsabilità della perpetuazione della crisi globale della società che segna oramai il primo decennio del ventunesimo secolo).
Una nuova architettura
Il capitalismo finanziario mondiale di mercato aveva promesso benessere, pace, libertà, democrazia, giustizia per tutti e dovunque. Ha invece prodotto e alimentato impoverimento, miseria, violenze, insicurezza, guerre, odio, ingiustizia. Ci lascia in eredità una società-mondo che deve fondamentalmente re-imparare il vivere insieme, la giustizia, la libertà per tutti.
A breve e medio termine, la priorità deve essere data alla convocazione d'urgenza di un «consiglio della sicurezza mondiale» - sorta di conferenza mondiale degli stati del mondo - per la definizione e la promozione di una nuova architettura economico-finanziaria e politica del pianeta.
Per ora, tocca agli stati adottare, su basi concordate a livello internazionale, misure urgenti destinate a evitare la socializzazione delle perdite a carico delle popolazioni più deboli del pianeta, a eliminare l'indipendenza politica della Banca centrale europea e l'autonomia politica della Federal Reserve e delle altre banche centrali, a ristabilire un controllo nazionale e internazionale sui movimenti di capitali, a sradicare i mercati speculativi e i paradisi fiscali, a regolare in modo stretto il mercato delle valute (tassi di cambio), a sostituire le società private di revisione dei conti con un sistema pubblico trasparente di valutazione e di certificazione.
La «buona notizia» è che la (ri)costruzione di una nuova economia sulla scala del pianeta terra e al servizio di tutti gli abitanti del mondo è ora possibile.