tratto da L'Osservatore Romano, del 03.10.2008
Cristiani non si nasce ma si diventa
di Enzo Bianchi
"Cristiani non si nasce ma si diventa": le parole di Tertulliano (Apologetico XVIII, 5) dicono bene quel mistero della generazione alla vita in Cristo, più profondo del dono stesso della vita naturale, che si realizza grazie alla mediazione di un padre o di una madre esperti nell'arte dell'accompagnamento spirituale. La tradizione dei padri, soprattutto nella Chiesa d'oriente, è unanime nel riconoscere il carattere fondamentale di questa relazione: "Quanti non hanno avuto padre, non sono divenuti figli. E quanti non sono divenuti figli, è chiaro che non sono venuti all'esistenza. E quelli che non sono venuti all'esistenza non sono entrati nel mondo spirituale...", scrive Simeone il Nuovo Teologo all'inizio del secondo Millennio. Il tema della "Paternità Spirituale nella tradizione ortodossa" è stato al centro del XVI Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa che si è tenuto nel Monastero di Bose, organizzato congiuntamente dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e dal Patriarcato di Mosca, in collaborazione con la comunità monastica. Il Convegno ha offerto un'occasione di scambio fraterno e di riflessione comune su uno dei temi cardine della vita cristiana, come hanno sottolineato Benedetto XVI, nel telegramma pervenuto per il tramite del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e i messaggi di saluto dei Patriarchi Bartolomeo i di Costantinopoli e Alessio ii di Mosca, oltre a quelli di Pavle di Serbia, di Daniel di Romania e di Karekin ii di tutti gli Armeni, e degli Arcivescovi Ieronymos di Atene, Anastasios di Albania e Rowan di Canterbury: nella ricerca di un'autentica paternità spirituale, le tradizioni cristiane d'oriente e d'occidente intersecano gli interrogativi profondi dell'uomo contemporaneo. È infatti la figura del padre spirituale che rivela la dimensione relazionale della fede cristiana, la sua capacità di allargare l'orizzonte esistenziale della persona, di condurla alla sua autentica misura: "La fede si trasmette da persona a persona", ha ricordato il cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, nella lettera indirizzata ai convegnisti, "e addirittura l'insegnamento e la catechesi non dovrebbero svincolarsi da quest'arte agapica".
Il colloquio di quest'anno si è svolto "ai piedi di un padre spirituale del nostro tempo", il metropolita Emilianos (Timiadis) di Silyvria (1916-2008) del Patriarcato ecumenico, recentemente scomparso, il cui sguardo sapeva penetrare la tradizione dei padri della Chiesa per scrutare il divenire della Chiesa e del mondo di oggi. E proprio l'ascolto della Parola di Dio contenuta nelle Scritture, e meditata e realizzata nella grande tradizione dei padri, ha costituito il filo conduttore dei lavori. A partire dalla ricchissima riflessione della Chiesa antica sulla figura del padre spirituale, dai padri del deserto a Basilio di Cesarea e Giovanni Crisostomo, da Giovanni Climaco in Oriente a san Benedetto in Occidente fino agli importanti sviluppi della tradizione studita, le relazioni non hanno mancato di considerare l'evoluzione del rapporto di paternità nelle diverse tradizioni ortodosse: nella Grecia moderna con Nicodemo Aghiorita, in Russia, da Nil Sorskij agli starcy di Optino, Ignatij Brjanèaninov e Teofane il Recluso, fino alla novità rappresentata dai padri e dalle madri spirituali nel xx secolo, anche in aree apparentemente marginali come la Georgia e la Serbia contemporanea.
Certo, non troveremo nella Bibbia una trattazione esplicita del tema della paternità spirituale, così caro alla tradizione monastica d'Oriente e d'Occidente. E tuttavia i padri, del tutto naturalmente, scorgono nella Scrittura stessa il fondamento di questo ministero: "Non vi è altra via sicura di salvezza che quella di manifestare i propri pensieri ai padri" scrive Giovanni Cassiano, e precisa: "La verità di questo ci è possibile apprenderla da molti passi delle Scritture ispirate, in particolare dalla storia del santo Samuele". Secondo Niceta Stethatos la "nascita dall'alto" di cui si parla nel dialogo tra Gesù e Nicodemo (cfr. Giovanni, 3, 3) "si attua grazie alla sottomissione ai padri spirituali", e la Scrittura santa offre il modello di questa generazione nello Spirito: "Così i dodici sono nati da Cristo e i settanta sono nati dai dodici e sono divenuti figli di Dio Padre" (Capitoli naturali, 53).
Lo statuto paradossale della paternità spirituale nel Nuovo Testamento è questo: il padre soffre per una gestazione di Cristo che spetta al figlio condurre. La paternità spirituale, che la tradizione ortodossa ha saputo custodire e approfondire come vivente prassi della trasmissione della fede, è diventata così l'occasione di misurare l'unità che le Chiese già sperimentano nella costante preoccupazione della trasmissione della vita cristiana, della vita di fede come il bene più prezioso, viva traditio del depositum fidei che si rinnova nell'oggi.
(©L'Osservatore Romano - 3 ottobre 2008)