Rassegna Stampa

Tratto da "La Repubblica" del 13. 03. 2008

Ha riconosciuto uno dei killer della faida di Scampia

Un ragazzino contro la camorra
sotto scorta a tredici anni

di DARIO DEL PORTO

NAPOLI - Il primo fotogramma ritrae due sagome vestite di nero. Nella seconda immagine resta impressa una faccia già vista, un ragazzo dagli occhi azzurri conosciuto nel quartiere con il soprannome di "topolino". Poi gli spari, il sangue, la fuga. Un uomo di 46 anni, Nunzio Cangiano, ammazzato mentre fa la fila all'ingresso del parco acquatico. È il film di un delitto consumato il 10 agosto scorso a Licola, in provincia di Napoli, così come fissato nella memoria di un ragazzino di 13 anni che ha raccontato tutto ai magistrati e ora vive sotto scorta, lontano dalla sua città e dal suo quartiere.

L'omicidio è considerato dagli inquirenti una delle "scosse di assestamento" che ancora seguono la faida combattuta tra il 2004 e il 2005 nella zona del quartiere Scampia. Ma da quella azione di morte è nata un'altra storia: la storia di un supertestimone poco più che bambino che si trovava sul luogo del delitto al momento del fatto, ha riconosciuto uno dei sicari, quello che tutti chiamavano "topolino", e ha messo gli inquirenti nelle condizioni di ricostruire i momenti cruciali dell'agguato.

Le sue dichiarazioni, raccolte dai carabinieri del comando provinciale insieme ai pm Luigi Cannavale e Stefania Castaldi, del pool anticamorra della Procura, sono state ritenute attendibili dal gip, che ha emesso l'ordine di custodia nei confronti del presunto killer di Cangiano, Mario Buono, di 22 anni. Il provvedimento è stato confermato dal Tribunale del Riesame e, nei giorni scorsi, dalla Corte di Cassazione. Il giovanissimo testimone è stato da tempo trasferito in una località protetta. "La sua scelta - dice il procuratore capo Giandomenico Lepore - costituisce un esempio per tutti. Purtroppo questi gesti continuano a rappresentare un'eccezione, noi speriamo che in un futuro non troppo lontano diventino la normalità".

"Il coraggio di questo bambino - commenta l'assessore regionale alle Politiche sociali, Alfonsina De Felice - rappresenta un esempio di coscienza civile che consente di avere maggiore fiducia per il futuro di Napoli. Ci troviamo di fronte a un fatto drammatico - aggiunge l'assessore - ma è importante sottolineare il gesto di questo bambino, che sovverte gli stereotipi legati a questa città e lancia un segnale preciso anche al mondo degli adulti, troppo spesso omertosi e sfiduciati nei confronti della giustizia". E Maria Burani Procaccini, responsabile nazionale famiglie e minori di Forza Italia, commenta l'episodio parlando di "esempio di genuinità e di forza straordinaria che va difeso e tutelato. Per noi è il bambino dell'anno - evidenzia - ed è un vanto che provenga da Napoli, città di ricche tradizioni culturali e sociali".



Quando fu affrontato dai killer, Nunzio Cangiano si stava accingendo, insieme alla famiglia, ad acquistare il biglietto d'ingresso del parco acquatico "Magic World" di Licola. Secondo la ricostruzione operata dagli investigatori, l'uomo sarebbe finito nel mirino per essere passato nel gruppo Amato-Pagano, lo schieramento malavitoso uscito vincente dalla faida di Scampia. Un cambio di campo che avrebbe determinato la reazione violenta del clan Di Lauro. Dopo un mese di indagini, e la svolta impressa grazie alle dichiarazioni del giovanissimo testimone oculare, è scattato l'arresto di Buono, soprannominato "topolino", nessun precedente per reati di camorra, che respinge le accuse ma è tuttora detenuto.

In un contesto da sempre permeato dall'omertà, dunque, comincia a intravedersi qualche spiraglio e un po' di luce. Proprio ieri, davanti ai giudici della Corte d'Assise, è iniziato il processo per un omicidio di camorra commesso il 18 novembre 2006 a Castellammare di Stabia: contro i due imputati il pm Cesare Sirignano ha acquisito intercettazioni ambientali ma anche le dichiarazioni di un ragazzo disabile di vent'anni, affetto da una grave forma di deficit psicomotorio e del linguaggio assimilabile alla sindrome di down, che ha riconosciuto in foto uno dei presunti assassini. Il gip ha giudicato credibili le sue parole, nelle prossime fasi del dibattimento il giovane sarà chiamato a testimoniare in aula.